Coltivazione dei lamponi : disponibili in estate e autunno

La coltivazione dei lamponi non è difficile e fra i piccoli frutti il lampone  è uno di quelli   più coltivati.

Però la coltivazione dei lamponi intensiva è relativamente recente e si  colloca nei primi anni dell’800.

Infatti già nel 1884 nel volume “Frutticoltura razionale” venivano consigliate ben 16 varietà di lamponi di provenienza principalmente francese adatte alla coltivazione dei lamponi in Italia.

Tuttavia questa morbida, profumata e dolce bacca è stata consumata sin dai tempi più antichi e i nostri progenitori ricercavano i frutti dei lamponi selvatici per cibarsene .

Costituivano un’importante fonte di vitamine e minerali ben prima che la coltivazione dei lamponi iniziasse.

Ancora oggi i lamponi crescono selvatici nelle boscaglie e negli spazi aperti all’interno  dei boschi  colonizzando le parti del bosco che sono state oggetto di incendi o di tagli del  legno.

Il  lampone selvatico in differenti varietà   si trova in Asia, in America e in Europa.

Persino l’Australia ha varietà di lamponi selvatici tipiche di quelle zone.

Come la fragola il lampone è uno dei piccoli frutti diffuso in tutti i Continenti e gli studiosi non sono affatto d’accordo sul luogo  che lo ha visto nascere.

Il lampone è   un  arbusto molto amato per i suoi dolci e saporiti frutti e malgrado la confusione che  regna sulla sua origine merita davvero di essere più conosciuto e coltivato.

Quindi prima di spiegare come si attua la coltivazione  dei lamponi voglio  approfondire il fatto che i lamponi selvatici sono diffusi da tempo immemorabile  a livello mondiale.

La pianta del lampone: differenti origini

lamponi

Se è vero che il lampone selvatico Rubus idaeus chiamato anche rosso lampone o più semplicemente lampone o occasionalmente lampone europeo è originario dell’Europa e dell’Asia settentrionale altre varietà non lo sono.

In America per esempio vi è una specie autoctona di lampone selvatico molto simile al lampone europeo però con delle piccole differenze e per questo viene chiamato Rubus idaeus var. stringosus o più semplicemente Rubus stringosus.

Questo lampone è diffuso in tutto il Nord America sino alle regioni del Canada e si trova anche in Alaska.

Si ipotizza che le due varietà di lamponi Rubus idaeus e Rubus stringosus, visto le loro somiglianze, siano derivate da un comune antenato ma come fosse questo antenato preistorico e quando e come le due specie di lamponi si siano differenziate resta un mistero.

Ma non finisce qui.

Infatti il Nord America può vantare un’altra specie di rubus selvatica originaria di questo continente.

Si tratta del Rubus occidentalis chiamato popolarmente lampone nero che ha  un frutto che assomiglia molto a quello delle more ma la pianta è differente e il gusto è di lampone.

Gli ibridatori e i vivaisti   hanno ottenuto delle varietà domestiche di questo particolare tipo di lampone che oggi vengono coltivate sia in America che in Asia.

Con mio dispiacere  la coltivazione dei lamponi di questo tipo non l’ho mai veduta e non ho avuto sinora  la soddisfazione di gustare questo raro tipo di lampone che a maturazione ha il frutto nero come quello del rovo.

In Asia non solo sono diffusi i due tipi di lamponi che si trovano in Europa e in America ma l’Asia possiede la più alta percentuale di varietà selvatiche di lampone.

Per meglio dire nell’Asia settentrionale troviamo Rubus idaeus che si ritiene   sia originario di queste zone  e invece nell’Asia orientale e in Giappone vi sono tipi di Rubus che si avvicinano molto al Rubus stringosus.

Però in questo articolo non mi addentrerò a descrivere i lamponi selvatici asiatici perché ve ne sono più di 200 varietà.

Alcune sono davvero rare e vivono solo in zone molto  ristrette come il Rubus acuminatissimus che si trova solo in Indonesia nelle isole di Giava e Sumatra.

In Giappone abbiamo il Rubus phoenicolasisus chiamato popolarmente uva giapponese che è un tipo di lampone nativo del Nord della Cina, della Corea e del Giappone.

Presenta la caratteristica di avere i frutti riuniti in grappoli da qui il suo nome popolare.

Questa pianta si è diffusa in Europa e in America dove spesso si trova allo stato selvatico come pianta naturalizzata.

La coltivazione dei lamponi di questo tipo  serve per produrre ibridi di lamponi.

Non dimentichiamo che i vari tipi di lamponi si ibridano fra di loro con facilità.

Un altro tipo di lampone è il  lampone artico Rubus chamaemorus diffuso in tutto  l’emisfero settentrionale dall’Alaska al Canada e dalla Norvegia alla Siberia.

E’ una pianta dioica, cioè vi sono piante maschili e piante femminili, molto   antica, retaggio di glaciazioni artiche, che resiste a temperature di -40° sotto lo zero!.

In Norvegia non si trova solo allo stato selvatico ma    viene anche coltivata.

Ne sono state create diverse varietà domestiche visto che è ricercata come una vera prelibatezza.

Come avrai potuto notare la pianta  del lampone selvatico è diffusa con i suoi vari tipi in tutto il globo e quindi è ben difficile stabilire quando e dove il lampone ebbe origine.

Una cosa però è certa: gli antenati del lampone sono piante molto antiche precedenti l’ultima glaciazione che ha  colpito il nostro pianeta quindi  risalgono a oltre 15.000 anni fa.

Da questi antichi capostipiti si sono poi differenziati i vari tipi di lampone selvatico che prosperano ancora oggi.

La coltivazione del lampone: la sua storia

I greci antichi conoscevano ed apprezzavano questo piccolo frutto che nasceva selvatico in grandi quantità nei loro boschi sulle pendici dei monti.

Il medico greco Discoride vissuto in Grecia nel I secolo d.C. cita lodandolo il lampone nella sua opera “De Materia Medica”

La coltivazione dei lamponi risale ad epoca romana e si iniziano ad avere notizie della coltivazione dei lamponi nel IV secolo d. C.

Plinio il Vecchio (45 a.C.) scrittore e scienziato romano nel suo libro enciclopedico “Naturalis Historia” menziona il lampone dicendo che sul monte Ida se ne trovavano in gran numero.

Da qui il suo nome idaeus che è originario dell’epoca romana e che sta a significare  originario del monte Ida.

Dove si trovasse questo monte non è chiaro perché vi  erano due monti con lo stesso nome uno in Grecia sull’isola di Creta e l’altro in Turchia.

Il fondatore della fitoterapia il francese Henry Leclerc circa 1900 anni dopo Plinio unì il nome idaeus a una antica leggenda.

Infatti nel suo libro “Les fruits de France” gli affermò che questo nome “idaeus” derivava non da un monte ma dalla ninfa Ida figlia del re di Creta Minosse.

Questa ninfa trovò Giove, che  in quell’epoca era un piccolo bambino, in lacrime e desiderando calmarlo colse per offrirglielo un lampone.

Mentre lo coglieva le spine della pianta la punsero e il suo sangue colò sui frutti che erano bianchi colorandoli di rosso.

Da quel momento, così scrive nel suo libro lo scrittore francese, i lamponi sono stati chiamati rubus ovvero rossi e idaeus in onore della bella ninfa  Ida.

Dopo gli anni bui del Medioevo nelle zone del Mediterraneo e specificatamente in Italia e in Grecia si hanno notizie della coltivazione dei lamponi dal XVI secolo.

Tuttavia per giungere alla diffusione della coltivazione dei lamponi in Italia occorre aspettare sino al 1800 dove si conoscevano già ben 16 varietà di lampone  di derivazione francese ma adatte al clima italiano.

Le prime coltivazioni specializzate di lamponi in Italia sono dei primi anni ‘60 quando con cultivar provenienti dalla Francia si realizzarono i primi impianti in provincia di Cuneo in Piemonte.

Inizialmente questa coltivazione incontrò non poche difficoltà dovute alla facile deperibilità dei frutti ma poi  ebbe una maggiore diffusione  però  ancora oggi la coltivazione dei lamponi in Italia in modo intensivo non è molto diffusa.

Le regioni italiane dove si trova l’habitat più adatto per la coltivazione di questa bacca, fra i piccoli frutti una delle più delicate, sono il Piemonte e il Trentino.

Però negli ultimi anni la coltivazione dei lamponi ha iniziato ad espandersi e nuove coltivazioni intensive di questo frutto sono state  create in Toscana e in Emilia Romagna.

Oggi la coltivazione dei lamponi si è diffusa principalmente  nell’ Europa centrale e nell’ America settentrionale.

La produzione annua di lamponi si situa sulle 265-285 mila tonnellate ma questa stima è inferiore a quella reale in quanto  una certa parte del prodotto viene coltivato in modo amatoriale e destinato al consumo   famigliare.

I maggiori produttori a livello mondiale di questo piccolo frutto sono la Russia e la Polonia  mentre  nell’Unione Europea si produce il 25% della produzione mondiale di lamponi.

La produzione italiana rappresenta solo il 0,5% della produzione mondiale  di questo frutto.

 La pianta del lampone: la sua descrizione

Il  lampone appartiene alla famiglia delle Rosacee e al genere Rubus.

Come ho già detto sono moltissimi i tipi di lampone selvatico e anche le varietà domestiche di questa pianta sono molto numerose.

Quella però che viene coltivata più comunemente in Europa è il  lampone europeo il cui nome scientifico è Rubus idaeus.

La coltivazione dei lamponi di tipi differenti  si trova specialmente in America e in Asia dove  sono state fatte ibridare fra loro e con il lampone europeo per ottenere cultivar domestiche più produttive e più resistenti alle malattie del lampone.

In questo articolo tratterò  del lampone più coltivato qui in Italia ovvero il  lampone europeo.

Il lampone europeo è una pianta cespugliosa che può raggiungere un’altezza massima di  due metri e mezzo.

E’ formata da  numerosi germogli di durata biennale che rinnovano e espandono anno dopo anno la pianta stessa.

E’ una pianta perenne con un apparato radicale superficiale ed esteso  con  fusti di un anno chiamati polloni mentre quelli di due anni dopo la loro lignificazione prendono il nome di tralci e portano i frutti.

I polloni sono erbacei e possono spuntare sia dalle radici che alla base dei tralci.

Presentano un grado di spinosità differente a seconda della varietà.

I tralci che sono biennali possono  avere frutti solo in un determinato periodo dell’anno e quindi si dice che appartengono ad una cultivar unifera oppure possono fiorire e fruttificare  due volte durante l’anno e allora siamo in presenza di una varietà rifiorente o bifera.

Le foglie sono di forma ovale con i margini seghettati e sono costituite da 3 -5 foglioline più piccole.

In autunno l’apparato fogliare del lampone dopo essersi ammantato di un bel colore autunnale cade e si ripresenta ad ogni primavera.

I fiori sono bianchi con 5 petali   spuntano sulla cima dei rami da metà maggio a tutto giugno e sono riuniti in infiorescenze di piccole dimensioni.

L’impollinazione è affidata agli insetti pronubi in special modo api ma il polline del lampone è così fine che è possibile anche l’impollinazione tramite il vento cioè l’impollinazione anemofila.

Il frutto chiamato mora è costituito da un insieme di piccole cellette dette drupeole che costituiscono quello che comunemente viene indicato come il frutto del lampone.

Il lampone può avere una forma più o meno allungata  e   colori  che differiscono a seconda delle varietà.

Si passa dal rosa pallido al rubino sino al rosso carico quasi violaceo poi vi sono cultivar che invece hanno un colore giallo ambrato.

La coltivazione dei lamponi

Il lampone selvatico è una pianta rustica che si sviluppa fino ai 2000 metri sul livello del mare nelle zone di montagna o di alta collina protetta dalla vegetazione boschiva.

Quindi considera che l’habitat naturale del lampone selvatico è  costituito dal sottobosco umido, fresco e ricco di humus.

Per la coltivazione dei lamponi è  necessario avvicinarsi a queste condizioni climatiche e di terreno quindi pianta i lamponi in suoli ben drenati, freschi, ricchi di sostanza organica e leggermente acidi.

Evita i terreni ricchi di calcare perché potrebbero manifestarsi nelle piante fenomeni di clorosi.

Le varietà unifere di lampone possono essere coltivate sino ai 1200-1500 metri mentre la coltivazione dei lamponi delle varietà rifiorenti è meglio che non vada oltre i 800-900 metri.

Tieni presente che la pianta del lampone per fiorire e fruttificare abbisogna di un periodo di freddo invernale di circa 1000-1400 ore con temperature inferiori ai 7° C.

Tuttavia sono pericolose le gelate tardive in primavera quando la pianta ha già emesso i germogli.

Anche  il vento forte la danneggia specie quando i frutti sono già formati o peggio stanno maturando.

Il  lampone ama le estati fresche e mal sopporta il caldo intenso.

Si può ovviare ad estati calde e afose sistemando a mezz’ombra la coltivazione e irrigando abbondantemente le piante.

Anche la posizione è importante il lampone preferisce posizioni assolate montane o collinari o a mezz’ombra se nella tua zona le temperature divengono elevate durante la bella stagione.

Durante la raccolta le alte temperature   possono provocare bruciature sui frutti più esposti ai raggi solari.

Per quanto riguarda l’irrigazione è importante per evitare la cascola dei frutticini e un’abbondante fruttificazione quindi occorre bagnare il terreno durante la bella stagione.

Fai però attenzione a non bagnare le piante e soprattutto i frutti perché il lampone è soggetto alle malattie fungine come la muffa grigia Botritys.

Importante è la concimazione con letame ben decomposto da spargere in autunno ai piedi delle piante e che interrerai con una lavorazione superficiale per non danneggiare le radici.

E’ importante anche sarchiare le malerbe fra le file e tenere pulite le piante dalle erbacce che sottraggono nutrimento e acqua alla coltivazione dei lamponi.

I polloni e i tralci del lampone vanno sostenuti con dei pali e dei fili ai quali legherai i tralci stessi.

Questo procedimento impedirà che si curvino verso terra imbrattando i delicati frutti e ostacolando la raccolta.

Lascia 40-50 cm fra pianta e pianta e almeno un metro fra le file se decidi di farne più di una.

E’ facile moltiplicare il lampone e aumentare così la coltivazione dei lamponi.

Basta prendere i polloni con un pezzo di radice e trapiantarli in terreno soffice e fertile ben letamato.

E’ possibile anche acquistare piantine in vaso più care ma di più sicuro attecchimento.

L’importante è non far mancare l’acqua alla nuova coltivazione di lamponi  senza però creare ristagni che porterebbero a marciumi.

IL periodo ottimale per piantare i lamponi è  a fine autunno però se l’inverno nella tua zona è particolarmente umido  e piovoso rimanda questa operazione all’inizio della primavera.

La potatura  si differenzia a seconda del tipo di varietà se è unifera o rifiorente.

Se è unifera, cioè si raccoglie una sola volta in estate a giugno luglio, si eliminano a fine inverno i tralci che hanno già prodotto e si legano ai fili i nuovi polloni  non più di 6 per metro lineare.

Se invece la varietà di lampone è rifiorente si potano i tralci che hanno già prodotto solo però la parte apicale che ha già fruttificato legando la parte rimanente ai fili.

Si  diradano i nuovi getti che produrranno in autunno a 5 per metro lineare.

Avrai così due fruttificazioni una a giugno luglio e l’altra sui nuovi tralci da agosto sino a novembre a seconda delle varietà.

Se poi vuoi gustare un piccolo frutto per tutta la bella stagione e anche oltre se lo ripari in serra, allora indirizzati verso la fragola nelle sue numerose varietà rifiorenti.

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Le particolarità del frutto

La raccolta dei lamponi è un’operazione delicata perché questi frutti si ammaccano con facilità e inoltre sono soggetti ad un rapido deterioramento.

Vanno raccolti con delicatezza senza schiacciarli a mano quando sono maturi   perché una volta staccati dalla pianta non maturano più.

Non è facile capire il giusto grado di maturazione ci vuole pratica indicativamente quando il frutto è morbido e si stacca con facilità dal peduncolo allora è  pronto per essere raccolto.

La maturazione dei frutti è scalare e si protrae per circa 30 giorni dall’inizio di giugno sino a luglio per le varietà unifere.

I  frutti vanno raccolti al massimo ogni due o tre giorni ma anche giornalmente durante il picco di raccolta.

Per quanto riguarda le varietà rifiorenti la raccolta, dopo quella  di  giugno,  inizia ad agosto e a seconda delle varietà si protrae sino ai primi geli in genere sino a novembre se l’autunno nella tua zona è mite.

La raccolta per singola varietà rifiorente è scalare come nelle varietà unifere ma copre un periodo più lungo circa 60 giorni.

E’ importante che una volta raccolti questi delicati frutti vengano  sistemati in un singolo strato su larghi vassoi perché la sovrapposizione ne induce ben presto la fermentazione.

Inoltre è necessario metterli subito in un ambiente fresco per evitare muffe e deterioramenti come perdite di peso e di consistenza.

Il lampone è composto per l’80% da acqua, per il 10% da carboidrati e per i 5% da fibre.

In questo frutto troviamo numerose vitamine   nello specifico  la vitamina A,  la C e le vitamine del gruppo B.

Discreta è anche la presenza di minerali come il magnesio, il sodio, il fosforo e il potassio.

Buona anche la percentuale che riguarda gli zuccheri presenti  in questa  frutta.

Il  lampone è un frutto depurativo, diuretico e rinfrescante che tramite la vitamina C e altre sostanze contenute in esso contribuisce a rafforzare le difese immunitarie dell’organismo.

Alle donne in stato di gravidanza viene consigliato di nutrirsi di lamponi in quanto la presenza  in questi frutti di acido folico e di vitamina P  apporta  benefici allo sviluppo del bambino.

La coltivazione dei lamponi anche a livello amatoriale meriterebbe di essere più diffusa perché questi frutti hanno dei composti polifenolici che sono ottimi antiossidanti  e agiscono in misura maggiore se si consumano frutti freschi completamente maturi.

Il  lampone può essere tranquillamente consumato anche da chi fa dieta infatti le sue calorie sono molto basse appena 32 calorie per ogni 100 g di frutto.

Il frutto del lampone è ottimo  in cucina non solo come frutto da gustarsi fresco o nelle macedonie ma anche per creare confetture, composte e deliziosi succhi.

Inoltre il suo uso per arricchire i dolci è vario infatti i lamponi possono essere serviti col gelato, come frutta fresca uniti alla panna montata, aggiunti alle torte o come guarnizione delle stesse.

La purea di lamponi è molto adatta per gelati, budini e semifreddi.

In ultimo entrano anche nella preparazione di liquori digestivi e…dal profumo di lampone.

Un altro piccolo frutto  utile non solo in cucina ma soprattutto per le sue grandi qualità officinali è il mirtillo.

Conclusioni

Il  lampone è un frutto rustico facile da coltivare che meriterebbe  di essere più diffuso.

Per la sua delicatezza è difficile trovarlo fresco in vendita e inoltre lo si trova ad un prezzo elevato.

Invece non solo la coltivazione dei lamponi è semplice ma non è neppure ingombrante.

Basta addossare le piante di lamponi in fila lungo la recinzione dell’orto per avere degli ottimi  piccoli frutti vitaminici  profumati e dal gusto squisito.

Per quanto riguarda le varietà ti consiglio di acquistare le varietà rifiorenti che produrranno ottimi frutti più a lungo.

Però se appena ti è possibile acquista due varietà una unifera e l’altra rifiorente se vuoi avere in abbondanza lamponi  per parecchi mesi.

Per quanto riguarda le varietà ti svelo che quelle  dal sapore più dolce e dal gusto  più  delicato sono quelle di colore giallo che però hanno pezzatura più piccola.

Purtroppo questo arbusto ricco di virtù ha un difetto ed è giusto che io te lo segnali qui: abbisogna per fiorire e fruttificare di un periodo di freddo invernale come ti ho evidenziato più sopra.

Non è quindi adatto alle zone meridionali dove gli inverni sono miti a meno che non lo si coltivi in montagna.

Se poi possiedi un capace vaso i lamponi crescono anche in contenitore ma che sia capace e non gli venga fatto mancare il giusto apporto di acqua.

Nel vaso occorre mettere almeno due piante per una buona impollinazione.

Però sia in vaso che in piena terra attenzione agli uccelli  specialmente ai merli che sono ghiottissimi delle sue dolci bacche.

Se i frutti maturi delle tue piante di lampone spariscono misteriosamente adesso sai chi sono i colpevoli.

Per  poter gustare  i dolci frutti basta che copri le piante  con una sottile retina che impedirà ai golosi pennuti di far man bassa dei tuoi lamponi.

Spero che con tutto quello che ho  svelato su questo frutto ti abbia spinto a ricercarlo e a coltivarlo.

Non me lo faccio mancare e posso dirti per esperienza che la coltivazione  dei lamponi vale veramente la pena.

Non solo gusto degli ottimi frutti estivi ma l’esubero mi serve per una marmellata molto apprezzata specialmente durante i freddi periodi invernali.

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