Palma da cocco : fra i frutti esotici più importanti del pianeta

La palma da cocco è fra le dieci piante più importanti del pianeta infatti nelle zone tropicali fra i numerosi frutti esotici milioni di persone si basano sulle noci di cocco come principale fonte di grassi e di proteine.

La palma da cocco

in ogni sua parte è essenziale per la vita di intere popolazioni non solo per quanto riguarda il suo frutto ma anche per l’utilità di tutta la pianta dalle sue larghe foglie usate come riparo e tetto per capanne, al legno del suo alto fusto che ha ottime caratteristiche come legname da costruzione.

Quindi non sorprende che la palma da cocco venga chiamata “albero della vita” per la sua utilità e la sua importanza.

Per noi italiani che non abitiamo in un paese tropicale le palme alte e slanciate come è la palma da cocco fanno subito venire in mente paesi tropicali, spiagge bianchissime, mari incontaminati….che i più fortunati non hanno visto solo in cartolina ma anche dal vero nel  corso di indimenticabili vacanze.

Tuttavia pochi italiani conoscono questo albero tropicale così  fondamentale per la vita di molte popolazioni che abitano i paesi tropicali.

Ecco perché mi sono ripromessa di colmare questa lacuna  scrivendo questo post tutto dedicato a questa palma così utile e bella: la palma da cocco.

La palma da cocco: esisteva ben prima della comparsa dell’uomo

Le origini di questo albero da frutto sono davvero remote.

Non dimentichiamo che le  palme sono fra gli organismi vegetali più antichi del pianeta e prosperavano milioni di anni prima che l’uomo apparisse sulla Terra.

I fossili più antichi che riportano queste palme risalgono all’Eocene un periodo situato fra i 58 e i 27 milioni  di anni fa e sono stati trovati in India e in Australia.

Tuttavia   fossili ancora più  antichi di palme simili alle palme da cocco sono stati trovati nel continente americano.

La zona di origine e la diffusione  della palma da cocco, che al giorno d’oggi si trova in tutte le regioni tropicali, è controversa e rappresenta un mistero che sino ad oggi non è stato possibile svelare.

Si suppone che questa zona d’origine si trovi nel Sudest asiatico in Australia, in Nuova Guinea  o nel gruppo di isole che fanno capo agli arcipelaghi della Melanesia e della Malesia nell’Oceano indiano.

Le noci di cocco sono frutti che possono sopportare traversate in mare anche di mesi, è così che in natura si diffondono, ed è per questo motivo che è molto difficile stabilire da dove siano partite originariamente.

Si suppone che le antiche popolazioni costiere di quelle zone abbiano contribuito a diffondere, tramite le loro migrazioni per mare, una pianta come la  palma da cocco che era così importante per la loro alimentazione.

E’ certo che le palme da cocco che  crescono nell’entroterra non possono essere giunte fin lì senza l’intervento umano.

Furono i Polinesiani che nelle loro peregrinazioni attraverso le isole del Pacifico contribuirono a diffondere questa pianta i cui frutti non mancavano nelle loro canoe.

Le noci di cocco erano vere borracce naturali che potevano contenere liquido e cibo sempre freschi inoltre se cadevano fuori bordo siccome galleggiavano potevano essere recuperate con facilità.

Occorsero migliaia di anni perché le palme da cocco popolassero le più remote isole del Pacifico.

Quando un’isola diventava troppo affollata una parte della popolazione si staccava per andare in cerca di una nuova isola più accogliente diffondendo così l’utile albero che portava sempre con sé la palma da cocco.

Grazie a uno di questi viaggi avvenuto circa 1500 anni fa sembra che la palma da cocco approdò alle Hawaii.

Questo tipo di palma è menzionato per la prima volta nel papiro egiziano di Sallier dove è scritto che una palma da cocco era presente fra le piante da frutto del re Tothmes I (siamo circa nel 1650 a.C.)

Cosa ci facesse a quei tempi una palma da cocco in Egitto e chi ce l’avesse portata rimane un mistero che mi piacerebbe svelare.

Nel più antico documento della medicina  indiana del 1400-1000 a. C. viene menzionata questa palma come pianta medicinale.

Anche i greci antichi conoscevano questo albero infatti Apollonio di Tiana (I secolo d. C.) scrive che le palme da cocco nascevano numerose nella fertile pianura del Gange.

Nel 1271 Marco Polo un mercante veneziano che giunse sino in Cina attraverso la “via della seta” menziona nel suo libro “Il Milione” la palma da cocco dicendo che prosperava  in gran numero in varie parti dell’India.

Gli europei scoprirono il cocco quando, dopo la scoperta dell’America, i portoghesi e gli spagnoli cominciarono ad esplorare le coste occidentali dell’America centro-meridionale.

Tuttavia si dovette aspettare sino al 1510 quando la descrizione di un viaggiatore e naturalista italiano L. Varthema  fece conoscere come  si presentava non solo il frutto, cioè il cocco, ma anche la pianta che lo produceva.

I coloni iniziarono a coltivare questa pianta da frutto così utile anche sulle coste orientali americane a partire dal 1525.

Nel 1577 Sir F. Drake, uno dei più prestigiosi ammiragli inglesi dell’epoca elisabettina, trovò palme da cocco nell’Oceano Atlantico e precisamente alle Isole di Capo verde.

Per la prima volta annotò nel diario di bordo che all’interno del frutto del cocco si trovava “una sostanza molto bianca, non meno buona e dolce del latte di mandorle”.

Oggi le  palme da cocco sono diffuse, coltivate o allo stato selvatico, in quasi tutti i litorali umidi tropicali e subtropicali dell’Oceano Indiano e dell’oceano Pacifico in zone che hanno un’altitudine inferiore ai 300 metri sul livello del mare e sono comprese in una fascia di 15° dall’Equatore.

La palma da cocco è coltivata sia nell’America centrale e meridionale, in special modo in Brasile e in Messico, che in Africa e in questo continente i maggiori produttori sono il Mozambico, la Tanzania e il Ghana.

Anche in Australia vi sono coltivazioni di questa pianta che è coltivata lungo la costa settentrionale di questo continente.

Tuttavia le coltivazioni più antiche sono quelle delle regioni tropicali dell’Oriente da cui è originaria vale a dire l’India, l’Indonesia e l’isola di Ceylon.

Le Filippine sono il più grande produttore di noci di cocco a livello mondiale seguite dall’Indonesia che ha recentemente aumentato la produzione di questo frutto tropicale.

La palma da cocco è l’albero nazionale delle Maldive ed è considerato l’albero più importante di questo paese.

Una palma da cocco è persino inclusa nel suo stemma.

Le palme da cocco sono coltivate in più di 80 paesi del mondo con una produzione totale di 61 milioni di tonnellate all’anno.

Un’altra pianta tropicale è originaria delle Molucche isole indonesiane dell’Oceano Pacifico ma è meno diffusa della palma da cocco anche se produce una spezia pregiata apprezzata a livello mondiale i chiodi di garofano.

Leggi, cliccando qui sotto questo link, l’opera che le ho dedicato dove scoprirai tante notizie poco conosciute su di lei, le qualità della sua spezia e come usarla.

 

La palma da cocco: sua descrizione

La palma da cocco è l’unica specie riconosciuta del genere Cocos appartiene alla famiglia delle Arecacee e il suo nome scientifico è Cocos nucifera.

Il nome Cocos deriva probabilmente da una parola portoghese che significa scimmia si ritiene per via dei fori germinativi della noce che assomigliano a due occhi e alla bocca di una scimmia.

Invece il nome specifico nucifera deriva dal  latino e significa “portatore di noci” da fero (io porto) e da nux-nucis (noce).

La palma da cocco è una grande palma non ramificata che si presenta con un tronco unico lungo e slanciato o leggermente ricurvo che può raggiungere l’altezza di 20-30 metri.

La sua  corteccia è levigata e grigia segnata dalle cicatrici delle vecchie foglie cadute.

Alla sommità del tronco si trova  un denso ciuffo di foglie  che sono pennate e composte da foglioline  lineari lanceolate più o meno ricurve di un bel verde brillante.

Il ciuffo è formato da un numero variabile di foglie, dalle  dieci alle quindici, che sono lunghe dai 4 ai 6 metri e che ogni anno si rinnovano parzialmente.

Infatti questa palma perde dalle 12 alle 14 foglie annualmente e dalle cicatrici lasciate dai loro robusti piccioli sul tronco si riesce a stabilite l’età della palma da cocco.

L’apparato radicale di questa pianta è costituito da alcune radici robuste che fungono da ancoraggio e da una massa basale di radici fibrose che estendendosi superficialmente appena sotto la sabbia sono in grado di assorbire la poca acqua dolce disponibile sopra l’acqua salata che penetra nella sabbia.

Questo apparato radicale straordinario è quindi in grado di resistere all’acqua salmastra del mare assorbendo solo la poca acqua dolce che rimane sulla sua superficie.

Le infiorescenze che si formano all’ascella delle foglie vengono prodotte tutto l’anno e sono protette da una spata protettiva che si stacca quando i fiori sono maturi.

Le infiorescenze ramificate raggiungono circa gli 80 cm di lunghezza  con  fiori molto numerosi sia femminili che maschili.

I fiori femminili, molto inferiori come numero a quelli maschili, sono posti sotto questi ultimi e si aprono solo quando i fiori maschili, piccoli e giallastri, hanno esaurito il loro polline.

Questo fa sì che difficilmente i fiori maschili di un’infiorescenza riescano a fecondare i fiori femminili della stessa e questo è utile per l’impollinazione incrociata che avviene sia per opera di insetti  che a causa del vento.

I frutti sono grosse drupe globose di un chilo e mezzo due chili che impiegano un anno prima di giungere a maturazione.

Ciascuna drupa è composta da una buccia liscia e sottile di colore rosso brunastro, che varia come colore a seconda delle varietà, e da una parte chiamata mesocarpo fibrosa e leggera che contenendo aria permette alla noce di cocco di galleggiare.

Il mesocarpo è strettamente legato al guscio legnoso e durissimo che contiene il seme vale a dire la polpa della noce.

Questa polpa  è formata da uno strato  commestibile bianco  spesso  circa 2-3 cm   che forma una cavità  al centro della noce stessa ripiena, quando la noce è immatura, di un liquido lattiginoso e commestibile chiamato “acqua di cocco”.

La palma da cocco è un albero longevo che può superare i 100 anni di età e che inizia a fruttificare tardi dai 6 ai 9 anni dalla nascita.

 La palma da cocco: come coltivarla

Da tempo immemorabile le noci di cocco viaggiano e si diffondono cadendo dalla pianta una volta mature e rotolando in mare galleggiano verso una nuova destinazione lontano dalla pianta madre.

A volte è l’albero, che spesso si protende sull’acqua, che le lascia cadere direttamente in mare.

La noce di cocco una volta arenata su una spiaggia sabbiosa attende una benefica pioggia che possa dilavarla dalla salsedine.

Poi il calore del sole spacca  la sua buccia, le fibre interne non più protette dalla buccia stessa assorbono umidità e si dilatano lasciando scoperta la dura scorza legnosa  che protegge il seme.

La prima radice esce da uno dei fori di germinazione ancorando la noce al suolo e poi esce la gemma avvolta dalla prima foglia verde.

Così in natura avviene la propagazione della palma da cocco e anche in coltivazione  queste caratteristiche devono essere  rispettate.

Quindi la noce di cocco intera e ancora piena di latte viene sotterrata a circa metà della sua altezza in un suolo sabbioso che viene mantenuto umido.

La germinazione avviene dopo uno o due mesi dalla semina e le giovani piantine dopo circa 6 mesi vengono  trasferite in un vivaio dove crescono ancora per 3 o 4 anni prima di essere destinate all’impianto.

Se invece si vuole far crescere la palma da cocco su una spiaggia sabbiosa la si semina direttamente in loco sfruttando le ideali condizioni naturali.

La palma da cocco pur essendo una pianta robusta ha bisogno di precise condizioni ambientali per crescere e per fruttificare.

Prospera su terreni sabbiosi con un’elevata luminosità e con piogge regolari di almeno 130 mm di pioggia al mese (ottimale 1300-2000 mm di piogge annuali) condizioni che fanno sì che questa palma sia una pianta colonizzatrice delle spiagge tropicali dove queste  caratteristiche climatiche  vengono rispettate.

La palma da cocco non tollera il freddo e per vegetare abbisogna di temperature che siano comprese stabilmente per tutto l’anno fra i 28 e i 37° C.

Tuttavia il clima caldo non basta ma al calore  bisogna che si aggiunga un’elevata umidità che deve essere del 70-80% se si vuole ottenere una buona fruttificazione.

Soddisfatte queste condizioni abbastanza precise la palma da cocco fruttifica con facilità e senza troppo impegno.

Purtroppo queste condizioni climatiche non  sono presenti nel nostro paese dove in certe zone il clima è sì molto caldo ma non  ha la necessaria umidità perché la palma da cocco porti a termine con successo un’abbondante fruttificazione.

Coltivazione in vaso

Anche se la palma da cocco ha bisogno di precise condizioni per fruttificare  questa pianta è così robusta che cresce anche in vaso nel suo stadio giovanile e viene venduta come pianta ornamentale che prospera abbastanza facilmente anche in appartamento.

Nei vivai si trovano piante con la noce di cocco piantata a metà nel terreno del vaso e che con le loro foglie formano una pianta graziosa che potrà essere tenuta nell’appartamento, in un luogo molto luminoso, come una comune pianta  ornamentale.

La palma da cocco in vaso risulta decorativa per le grandi foglie pinnate molto slanciate che formano un bel ciuffo di un bel colore verde vivo e per il grosso seme bruno che spunta a metà dal vaso.

E’ una pianta a crescita piuttosto rapida che va rinvasata ogni anno e alla quale non va mai fatta mancare l’acqua.

Per la coltivazione in vaso è stata creata la cultivar “Nino” dal portamento più basso e dalle foglie strette e lucenti.

Se ami i paesi tropicali e le loro piante che non si possono coltivare in piena terra qui da noi non privarti di questa graziosa pianta  ornamentale che conserva tutto il fascino dei tropici.

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Palma da cocco: come viene usata

In qualsiasi momento su ogni palma da cocco vi sono diversi stadi di maturazione dei frutti dalla fioritura sino al frutto maturo.

Se non si raccolgono i frutti quasi ogni giorno cade dall’albero una noce matura che partendo da più di 20 metri di altezza  può   uccidere sul colpo un uomo.

Una palma da cocco adulta può fornire oltre 300 frutti l’anno ma la produzione media si aggira sui  80-180 frutti per albero che impiegano circa un anno per giungere a completa maturazione.

La raccolta dei frutti, vista la grande altezza di queste palme, risulta difficoltosa bisogna essere abili raccoglitori per salire sino a quell’altezza e staccarli dalla pianta.

Per questo motivo in alcune zone tropicali ci si avvale di scimmie addestrate che arrampicandosi agilmente sulle palme ne fanno cadere a terra i frutti maturi.

Però l’utilità della palma da cocco non è data solo dai suoi frutti ma tutte le varie parti dell’albero vengono utilizzate.

Un proverbio indonesiano dice “ci sono molti usi per la palma da cocco tanti quanti sono i giorni dell’anno”.

In questo  articolo mi limiterò ad accennare in quanti modi può essere usato sia il frutto che la palma che lo produce.

Il tronco della palma da cocco viene usato per la costruzione non solo delle capanne ma anche di pontili e di piccole canoe.

Spesso per la sua forza e la sua resistenza viene impiegato al posto di legname più raro.

Liberando il tronco dal midollo interno si costruiscono canalette di irrigazione o grondaie mentre dal midollo si ricava una specie di farina.

Anche numerosi piccoli utensili vengono creati dal  legno  di questa palma e manufatti molto graditi dai turisti.

Le enormi foglie della palma da cocco sono usate per la copertura dei tetti  e per fare stuoie, vele, cappelli e anche abiti.

Le radici servono per preparare una tintura ma possiedono anche  qualità medicinali.

Dalle fibre del mesocarpo, la parte situata fra la buccia e la parte legnosa del seme, si ricava il coir una fibra leggera ma robusta molto resistente  anche all’acqua di mare usata per cordami, per lavori di intreccio e  di tappezzeria, per stuoie, zerbini e sacchi.

Dalle infiorescenze giovani, se si praticano opportuni tagli, esce un liquido bianco e zuccherino che se si fa evaporare produce lo zucchero di palma.

Questa linfa può essere bevuta fresca come una dolce bevanda oppure può essere fatta fermentare all’aria producendo il Toddy o vino di palma con un modesto contenuto alcolico dell’8%.

Dal vino di palma si ricava l’aceto di palma molto usato in tanti paesi tropicali al posto dell’aceto ricavato dal vino di uva.

Se si distilla il vino di palma si ricava l’alcool di palma o arrack con un contenuto alcolico del 50%  bevanda tipica di tanti paesi tropicali.

Un altro prodotto alimentare che si ricava dalla palma da cocco  proviene dai gambi cilindrici dei nuovi e non ancora aperti germogli di foglie che si trovano in cima alla pianta e che vengono consumati in insalata presso le popolazioni locali.

La gemma terminale della palma da cocco adulta fornisce il pregiato “cavolo di palma” ma poiché la sua asportazione determina la morte della pianta la sua raccolta è riservata solo a piante destinate all’abbattimento.

 

 Il frutto della palma da cocco: proprietà e usi

Non solo la  palma da cocco ma anche il suo frutto viene sfruttato in ogni sua parte.

La parte legnosa delle noci di cocco viene usata come combustibile e costituisce  una buona fonte di carbone attivo estremamente efficace per la rimozione di impurità.

Viene usato nei filtri delle sigarette e nelle maschere antigas ed è considerato superiore ai filtri realizzati con altre sostanze.

La parte legnosa del frutto rotto a metà costituisce delle belle ciotole che opportunamente abbellite  servono per contenere liquidi e altri cibi.

Il frutto immaturo ancora verde di circa 6-7 mesi di vita contiene al suo interno un liquido chiaro, trasparente e dolce chiamato acqua di cocco che mano a  mano che il frutto diviene maturo viene assorbito dalla polpa.

Questo liquido composto per la maggior parte di acqua è privo di grassi ma ricco di vitamine, minerali e sostanze fortemente depurative che aiutano le funzioni intestinali,  stimolano il metabolismo e rivitalizzano l’organismo favorendo il dimagrimento.

E’ una deliziosa e assolutamente naturale bevanda dolce con un basso contenuto energetico indispensabile nei paesi tropicali dove vive la palma da cocco ma apprezzata e conosciuta molto bene anche negli Stati Uniti che inizia ad essere scoperta anche da noi.

Il latte di cocco, altra importante bevanda ricavata dalle noci di cocco, non viene estratto direttamente dalla pianta ma viene ottenuto versando dell’acqua bollente, di cocco o di acqua semplice, sopra della polpa di cocco sminuzzata che poi viene strizzata per ricavarne il latte.

Il latte di cocco ha un colore molto simile al latte animale, un sapore dolce che ricorda quello delle mandorle e viene ampiamente usato come aromatizzante nelle cucine di tutto il Sudest asiatico.

Il latte di cocco contiene acido laurico e in uno studio condotto da cercatori filippini questo latte ha dimostrato di avere ottime proprietà antibatteriche.

E’ utile anche in caso di acne.

Studi medici hanno  accertato  che una formula contenente questo tipo di acido si è dimostrata molto efficace contro i batteri che producono questo disturbo della pelle.

Il latte di cocco ha un contenuto di grassi del 17% e può essere usato per produrre l’olio di cocco vergine mediante riscaldamento.

La crema di cocco deriva dal latte di cocco ed è la sua versione più densa e pastosa impiegata specialmente in India in molte ricette tipiche.

In molte isole della Polinesia si ritiene che il latte di cocco sia particolarmente indicato per nutrire  malati, adolescenti e persone anziane perché nutre senza appesantire lo stomaco.

Tuttavia la parte del frutto che ha  maggiore importanza  è la parte solida bianca che si trova all’interno del cocco.

Questa polpa bianca e gustosa  è composta per il 50% di acqua ed è  ricca di potassio, di vitamine B e C e contiene molti grassi saturi che tuttavia per la loro particolare composizione non sono pericolosi per il sistema cardiovascolare e per l’aumento di peso.

Può essere consumata fresca ma più facilmente si trova in vendita essiccata sotto forma di scaglie o di polvere solubile per produrre il latte di cocco.

La polpa di cocco essiccata prende il nome di copra ed è la parte più utilizzata e di maggior valore  del cocco perché è dalla copra che si estrae il burro, l’olio di cocco e la farina di cocco.

Se nella polpa di cocco fresco la percentuale di grasso si mantiene sul 35% nella copra può raggiungere percentuali dal 63 al 70 %.

La polpa di cocco fresca o essiccata è utile per alleviare disturbi alle vie urinarie, per l’eliminazione delle tossine e delle infiammazioni dell’apparato gastrointestinale.

Il suo contenuto di vitamine, grassi e minerali rendono la polpa del cocco molto adatta per combattere gli stati di affaticamento sia fisico che mentale.

Conclusioni

Quando la mattina del 27 agosto 1883 l’isola di Krakatoa situata  nel Pacifico meridionale fra Sumatra e Giava fu polverizzata dall’esplosione del vulcano che portava il suo nome niente si salvò.

L’isola fu distrutta, l’esplosione fu così violenta che il boato fu sentito in tutto il pianeta con polveri che oscurarono il cielo per mesi e in quelle drammatiche circostanze 36mila persone persero la vita.

Due mesi dopo alcuni coraggiosi che riuscirono ad avvicinarsi al luogo dell’esplosione constatarono che della fiorente isola era rimasto solo un frammento di circa 700 m di diametro completamente  privo di qualsiasi forma di vita.

Tredici anni dopo su quel nudo lembo di terra molte palme da cocco erano in fiore esprimendo ancora una volta la forza del mondo vegetale.

Le noci che le avevano generate erano arrivate galleggiando per via oceanica aiutate dal moto ondoso e dalle correnti e con l’aiuto della risacca si erano arenate su quelle spiagge per dare nuovamente origine alla vita.

La palma da cocco non è solo una palma che alta e slanciata si staglia contro un cielo di un intenso colore azzurro mentre ai suoi piedi una bianchissima spiaggia viene bagnata da un mare limpido color turchese così come molti di noi si immaginano quando sentono il nome di questa palma tropicale.

La palma da cocco è soprattutto una fonte di vita per intere popolazioni tanto da essere stata soprannominata “re dei vegetali” e “gemma dei tropici”.

Si stima che nelle zone tropicali del pianeta, soprattutto del Pacifico e dell’India, più di 400 milioni di persone, il 7% di tutta la popolazione mondiale, si basino sulle noci di cocco come principale o unico prodotto in grado di fornire grassi e proteine.

Non si contano le leggende e le storie che la riguardano.

E’ sacra in India dove la noce di cocco viene conservata nei templi come dea della fecondità donata alle donne che desiderano avere un figlio.

Nelle Filippine si narra che il genere umano ebbe origine da due noci di cocco gettate dal mare su un lido roccioso.

Da una di queste nacque il primo uomo Lalaqui mentre l’altra diede origine alla prima donna Baye.

A me piace questa poetica  credenza polinesiana cioè che la noce di cocco per germogliare abbia bisogno di udire il rumore del mare e il suono di voci umane.

Molto ci sarebbe ancora da dire su questa pianta millenaria la palma da cocco fra i frutti esotici più importanti per un così vasto numero di persone e su questo frutto, la noce di cocco, così versatile e utile.

Sono innumerevoli le ricette che riguardano la polpa della noce di cocco sia fresca che seccata e i prodotti che derivano da lei il burro, la farina e l’olio di cocco.

Mi riservo di riprendere un così interessante argomento con delle notizie che spero mi arrivino presto sull’uso  della noce di cocco e dei suoi prodotti nel mondo.

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