Coltivazione del pesco

La coltivazione del pesco, che appartiene al gruppo delle drupacee, è facilitata da un clima dolce e mite però questa pianta vuole anche  un periodo di freddo di almeno 800  ore al di sotto dei +7°C. indispensabile nel suo periodo di riposo  perché possa fiorire e fruttificare.

Tuttavia la coltivazione del pesco è danneggiata dalle gelate primaverili che bruciando i fiori impediscono la fruttificazione.

Quindi se hai deciso di intraprendere la coltivazione del pesco in zone soggette a  gelate tardive dovrai proteggere la pianta dandole un riparo  per esempio addossandola contro un muro.

Per quanto riguarda il terreno il pesco predilige terreni sciolti e profondi e anche se il  suolo è sabbioso vegeta bene se viene concimato e irrigato.

Non vuole terreni argillosi, eccessivamente compatti o soggetti a ristagni idrici perchè le sue radici sono soggette a marciume.

Sopporta poco anche i terreni  ricchi di calcare  in quest’ultimo caso l’albero  del pesco è soggetto a fenomeni di clorosi.

In genere il pesco viene innestato sul franco ma l’innesto sul mandorlo selvatico dà buoni risultati sui terreni sassosi e calcarei dove il franco non si sviluppa bene.

Se vuoi impiantare un nuovo frutteto concima molto bene il terreno con un concime organico e metti il concime anche nella buca dove pianterai la piantina di pesco.

Ricorda di non far venire in contatto le radici direttamente col letame ma coprilo con uno strato di terra prima di inserire la piantina.

Ogni autunno concima con abbondante concime organico i tuoi alberi di pesco.

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In primavera, prima della ripresa vegetativa, somministra del concime minerale a base di azoto se le piante  sono giovani, perchè l’azoto favorisce la crescita e irrobustisce i rami, se invece  il  tuo frutteto è  già adulto  dai una  concimazione minerale ternaria a base di fosforo, potassio e azoto.

L’ottimale coltivazione del pesco significa anche sapere dare il concime giusto infatti se l’azoto favorisce la crescita della pianta il potassio migliora la qualità e la  consistenza dei frutti.

Per quanto riguarda la gestione del suolo consiglio di lasciare l’erba sotto il frutteto  tagliata sempre corta per impedire il proliferare di indesiderate infestanti e di insetti.

E’ vero, come sostengono alcuni tecnici, che l’inerbimento comporta la necessità di abbondare con le concimazioni e l’irrigazione a causa della competizione fra le esigenze del manto erboso e le radici dei peschi.

D’altra parte però l’inerbimento migliora le caratteristiche di porosità del terreno incrementando l’attività biologica del terreno stesso.

Inoltre non sono necessarie lavorazioni del terreno che possono danneggiare le delicate e superficiali radici dei peschi.

Quindi più che il diserbo chimico o il terreno nudo io consiglio di fare come è più naturale lasciando il manto erboso così come farebbe la natura.

Coltivazione del pesco: come piantare un alberello di pesco

coltivazione del pesco

Prima di tutto occorre fare un’importate precisazione:  vuoi acquistare una piantina a radice nuda oppure vuoi comprare una pianta di pesco più sviluppata in vaso?

Le piantine a radice nuda sono meno costose però   possono essere piantate in un periodo più breve, solo in autunno inverno, e entrano produzione più tardi essendo piante di due anni.

Invece la pianta in vaso è possibile piantarla  anche in primavera ed entra in produzione prima però è più costosa.

Nel primo caso, pianta a radice nuda, la puoi piantare solo da ottobre a marzo quando il terreno non  è gelato o fradicio d’acqua.

Se la pianta è in vaso puoi metterla a dimora in autunno ma anche in primavera sino a  aprile-maggio.

Prima di piantare prepara una capiente buca di 50 cm di profondità e 60 cm di diametro.

Metti sul suo fondo un’abbondante palettata di letame ben maturo poi copri con un sottile velo di terra facendo un piccolo cumulo.

Su quel cumulo metterai la piantina a radici nude cercando di distenderle bene e  tagliando quelle rotte o secche.

Non dimenticare di legare al tronco un tutore per far crescere dritto il tronco e pianta l’albero con il colletto  a livello del suolo.

Colma la buca con la terra precedentemente tolta mescolata con dell’humus molto maturo o in mancanza di questo con terriccio fertile e sciolto.

Comprimi con delicatezza per accertarti che  le radici siano bene a contatto col terreno e forma una conca attorno al tronco.

Questa conca andrà riempita di acqua almeno 15- 20 litri.

Se invece devi piantare una piantina in vaso accertati che le radici non siano troppo compatte perché non riuscirebbero a distendersi adeguatamente.

In questo caso cerca di liberarle togliendo anche un po’ della terra sfruttata del vaso stesso.

Poi procedi come ho  consigliato per le piante a radice nuda.

Altre accortezze per una coltivazione ottimale del pesco

La pianta del pesco si presta a diverse forme di allevamento.

La più comune è il vaso a tre o quattro branche ma vengono usate anche la palmetta e il fuso.

Le piante di pesco fruttificano sui rami dell’anno precedente, in genere sui rami misti, mentre le nettarine e le percoche anche sui dardi a mazzetto.

Il pesco è una pianta che entra precocemente in produzione in genere i primi frutti possono gustarsi già dal terzo anno della messa a dimora.

Un’operazione che riveste una grande importanza nella coltivazione del pesco è la potatura sia secca che verde.

La potatura secca va eseguita in primavera prima della ripesa vegetativa oppure in autunno se l’inverno nella tua zona non è molto rigido.

La potatura secca del pesco, di cui in questo post darò solo un breve cenno, è piuttosto energica.

Elimina i polloni, i succhioni, i rami malati o rotti e circa dal 40 al 50% dei rami misti cioè quelli che portano insieme  gemme a legno di forma appuntita e   gemme a fiore di forma rotonda.

Asporta quelli deboli o troppo vigorosi perché la migliore produzione si ha sui rami misti di media vigoria lunghi dai 40 agli 80 cm.

Anche la potatura verde riveste notevole importanza nella coltivazione del pesco.

Consiste principalmente, in più   passate, nel togliere i polloni e i succhioni che debilitano la pianta.

Nelle varietà tardive la potatura verde serve anche per  sfoltire il fogliame e i rametti che coprono i frutti per consentire una maggiore penetrazione della luce e del sole permettendo così una maturazione migliore della frutta.

Spesso il pesco presenta una sovrabbondanza di piccoli frutti che daranno origine a frutti piccoli quindi di scarsa pezzatura.

Per ovviare a questo inconveniente occorre procedere con il diradamento dei frutticini dopo aver atteso la cascola naturale.

Il diradamento va eseguito quando i frutticini sono piccoli, dai 25 ai 35 giorni dopo la piena fioritura, e si pratica manualmente.

Occorre lasciare circa 10 cm fra un frutto e l’altro per permettere il loro completo sviluppo.

Questa operazione nei frutteti intensivi di pesco incide molto come costo di manodopera.

Per un’ottimale coltivazione del pesco non puoi trascurare l’irrigazione che deve essere abbondante specialmente in terreni sciolti e quando il clima è caldo.

Attenzione ai ristagni di acqua che possono provocare danni seri alla pianta con asfissia,  marciume radicale,  frutti più acquosi e meno saporiti.

Per contro una mancanza d’acqua crea foglie  più piccole con vegetazione stentata e rari frutti di scarsa pezzatura.

Per i frutteti intensivi i due sistemi irrigui più adottati sono “a goccia” e a spruzzo.

Raccolta

I frutti perché siano esaltate le loro caratteristiche qualitative e la loro conservabilità devono essere colti al giusto grado di maturazione.

A seconda delle cultivar la raccolta va  da fine maggio sino a ottobre primi di novembre per le varietà più tardive.

L’epoca ottimale di raccolta è individuata in base a diversi indici di maturazione fra i quali il colore di  fondo della buccia, che varia a seconda delle cultivar, e la durezza della polpa.

Se la raccolta è troppo anticipata i frutti avranno scarse caratteristiche organolettiche mentre se effettuata troppo tardi le pesche saranno troppo mature per cui poco conservabili.

Nel pesco l’operazione della raccolta è onerosa in quanto le pesche non maturano tutte insieme ma  bisogna procedere con 3 o 4 passate successive.

Occorre accortezza anche per il trasporto e lo stoccaggio perché a causa della deperibilità di questi frutti essi non possono stare più di 6-8 ore   in magazzino dopo la raccolta.

Il frutto della pesca  viene gustato al meglio profumato e a completa maturazione appena staccato dalla pianta.

Essendo così delicato perde rapidamente le sue proprietà dopo la raccolta ecco perché è così   importante piantare un pesco o più di uno nel proprio terreno.

Un’altra pianta da frutto che ha un frutto dolce e morbido come il frutto della pesca ma che purtroppo come quest’ultimo è facilmente deperibile è il la pianta del fico.

Conclusioni

Se dicessi che la coltivazione del pesco è facilissima non affermerei il vero.

Il pesco è una pianta qualitativa che dà un frutto delicato e ottimo sia come profumo che come sapore.

Tuttavia se vuoi una produzione di pesche di grossa pezzatura, saporite e sugose devi dedicarti alla coltivazione del pesco con costanza e cura.

Fra il gruppo delle drupacee il pesco è una di quelle più delicate almeno le cultivar moderne lo sono.

Quelle belle pesche così accattivanti che vedi illustrate nei cataloghi non sono facili da ottenere.

Però che soddisfazione quando ci si riesce e si porta in tavola un canestro di ottime pesche che con il loro profumo e il loro  aspetto destano l’ammirazione dei commensali.

Se invece non hai mai coltivato pesche e sei un principiante prima di lasciarti sedurre dalle belle foto dei cataloghi ricerca un’antica varietà di pesche della tua zona.

Avrà magari pesche di pezzatura più piccola rispetto a quelle delle moderne varietà ma la pianta sarà più rustica e le sue pesche saranno più profumate e spesso più gustose.

Inoltre si adatta meglio al clima e al terreno della tua zona.

Non ultimo se chi te l’ha venduta è un appassionato che ricerca e coltiva queste varietà che si vanno perdendo sarà ben lieto di darti dei consigli sulla sua coltivazione.

Uno dei tipi di pesca antica più particolari viene chiamata pesca piatta o Platicarpa.

Ne esistono antiche varietà rustiche e produttive con la particolarità che il frutto non è tondo come quello delle altre pesche ma è schiacciato.

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