La palma da dattero : l’albero benedetto dagli abitanti dal deserto

La palma da dattero produce frutti esotici che in inverno con facilità si trovano in vendita nei supermercati e nei negozi di frutta.

La palma da dattero genera i datteri, gustosissimi frutti esotici che fanno bella mostra sulle nostre tavole, in special modo durante le festività natalizie, e che costituiscono un alimento essenziale per le popolazioni africane che abitano nel deserto sahariano.

Gli arabi onorano questa palma generosa chiamandola “la sorgente della vita” e “l’albero benedetto”perchè della palma da dattero nulla va perduto e si utilizza  ogni sua parte, linfa compresa.

Il suo prodotto più conosciuto e prezioso è il suo frutto, il dattero che ha  sfamato per secoli le popolazioni tunisine, marocchine ed egiziane del deserto.

I datteri sono un alimento nutritivo e completo, indispensabile per il sostentamento delle popolazioni povere che abitano nel deserto del Sahara, dal Marocco sino al Golfo Persico.

Nelle oasi che punteggiano il deserto, zone ricche di acqua perciò preziose  in regioni tanto aride, non manca  mai la palma da dattero,  pianta sacra per le popolazioni arabe,   così preziosa che  è oggetto di attente cure e di venerazione.

Non solo la povera gente si nutre  con il prezioso frutto della palma da dattero ma questo  è  tenuto in grande considerazione anche dai  ricchi e dai  nobili.

I sultani nei loro giardini avevano imponenti palme da dattero delle varietà più qualitative  che producevano datteri squisiti e le migliori   cultivar producevano i datteri reali riservati ai nobili e ai re.

Queste varietà rare e ricercate attestano l’importanza di questo frutto non solo per la coltivazione ma anche per la cultura del mondo arabo.

Basti pensare che gli Arabi hanno riportato su un impressionante registro ben 365 modi di utilizzare il dattero non solo dal punto di vista farmaceutico ma anche come prodotto culinario.

Vale davvero la pena di scoprire  la palma da dattero e anche il suo “dono del cielo” il dattero che nasconde infinita dolcezza e benefici.

La palma da dattero prosperava ben prima dell’arrivo  dell’uomo  sulla Terra

Le palme sono di origine antichissima presenti sulla Terra molto tempo prima che apparissero le latifoglie.

Le antenate della palma da dattero prosperavano in un pianeta molto differente da quello attuale, nel periodo detto Eocene 50 milioni di anni fa.

La palma da dattero  è  uno degli alberi da frutto  la cui coltivazione è  fra le  più antiche a livello mondiale.

Parecchi esperti ritengono che la palma da dattero abbia avuto origine nella zona attorno al Golfo Persico tuttavia non si è ancora riusciti a stabilire quando iniziò la sua coltivazione e dove.

Sono state trovate prove, datate 4000 anni a.C.,  della coltivazione della palma da dattero nel sito archeologico della città di Ur che faceva parte dell’antica Mesopotamia, oggi Iraq meridionale.

In questo sito si è accertato che parti della costruzione del “Tempio della Luna” sono state fatte con il legno di questa palma.

Un’altra prova della grande antichità della coltivazione di questa pianta la si trova nell’Antico Egitto dove in alcuni geroglifici sono state raffigurate sia questa palma che la sua fronda.

Gli Egiziani mangiavano i datteri e usavano questi frutti per creare una bevanda alcolica che bevevano come se fosse vino forse già  4000 anni a. C.

Gli antichi Sumeri e i Babilonesi coltivavano la palma da dattero e si servivano del suo legno e delle sue fronde per costruire le abitazioni come attestano i resti che sono stati trovati  in vari siti archeologici.

Inoltre si è scoperto che il dattero aveva presso questi antichi popoli un grande valore non solo da un punto di vista alimentare ma anche sotto l’aspetto medicinale.

La palma da dattero fu venerata nell’antichità come una pianta sacra, raffigurata in bassorilievi e monete.

Questa palma era considerata sacra presso gli Assiri, gli Ebrei e gli antichi Greci.

Gli Ebrei considerano  il dattero uno dei sette  frutti sacri, i cristiani celebrano la palma nella Domenica delle Palme che cade nel periodo pasquale.

Nessuna religione ha però riconosciuto la santità della palma da dattero e  del suo frutto tanto quanto la religione islamica.

La palma da dattero si diffuse nelle oasi dell’Africa sahariana tramite le popolazioni nomadi che piantarono questa pianta nel deserto ovunque vi fosse dell’acqua anche se era soltanto nel sottosuolo.

Gli antichi greci conoscevano ed apprezzavano la palma da dattero  che viene citata nell’Odissea da Omero.

Nell’antica Roma il dattero veniva consumato fresco o secco, era impiegato in particolari dolci, usato per aromatizzare il vino e con i datteri fermentati si produceva una bevanda alcolica.

In Europa la palma da dattero fu portata in Spagna e in Sicilia durante l’invasione araba.

In Spagna fu il califfo Abdurrahman I che nel 756 d.C. per primo ne piantò degli esemplari a Cordova nel suo giardino.

Il “Palmeto di Elche”, dichiarato per la sua bellezza patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, si trova in Spagna nella provincia di Alicante ed è costituito da più di mezzo milione di palme che ne fanno il palmeto più esteso d’Europa superato nel mondo solo da alcuni palmeti arabi.

Antichissimo, si ritiene che le prime palme da dattero siano state impiantate dai Cartaginesi, fu ampliato dagli arabi che  lo dotarono di un’accurata e complessa rete di canali per l’irrigazione.

Alcuni esemplari hanno raggiunto i 300 anni di età e il più ammirato è un’enorme palma composta da ben 7 grandissimi germogli che fanno assomigliare questa pianta a un candelabro.

Viene chiamata “Palmera imperial” in onore dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria Ungheria, la famosa Sissi, che visitò questo palmeto nel 1894 e che, ammirando quest’esemplare unico, disse che era degno di un’impero.

Purtroppo, tranne che in Spagna, la palma da dattero in Europa rimane solo una pianta ornamentale che a causa del clima non riesce a portare a maturazione i suoi frutti.

Nei ricettari medioevali e rinascimentali il dattero è presente non solo come frutto ma anche come importante ingrediente per torte e pasticci, a volte in unione  con ingredienti salati.

La palma da dattero si diffuse anche in Asia e la Valle dell’Indo è il limite asiatico della sua coltivazione.

Nel 1869 numerose varietà di palma da dattero furono introdotte nell’India del Nord e in Pakistan dove attecchirono bene e diedero frutti.

Coltivazioni non numerose di palme da dattero si trovano persino  in Australia.

In America la palma da dattero è stata portata dai missionari spagnoli in Messico e in California, le prime palme furono piantate nel 1765 intorno alla Missione di Santo Ignacio.

Alla fine dell’’800 l’introduzione di numerose e qualitative varietà ha  posto le basi per la coltivazione intensiva della  palma da dattero  in California.

Iniziata con  poche migliaia di palme oggi la coltivazione californiana può contare su 5.600 ettari coltivati con le palme da dattero delle varietà più qualitative.

Deglet Nour, riconosciuta come varietà superiore per più di 3000 anni nelle oasi dell’Algeria, e Medjool, un’altra cultivar molto apprezzata, sono quelle che quasi unicamente fanno parte delle coltivazioni californiane.

Se le produzioni californiane  soddisfano al 90% il fabbisogno di datteri degli americani, sono i paesi arabi che da sempre detengono le prime posizioni nella produzione di datteri.

La produzione di datteri a livello mondiale si attesta sui 5 milioni di tonnellate all’anno e viene raccolta principalmente nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.

La maggior parte  di tale produzione serve per il fabbisogno interno di queste nazioni.

L’Egitto è il primo paese esportatore di questo alimento raggiungendo  una produzione di circa  1.373.000 tonnellate di datteri l’anno, lo seguono  l’Iran e l’Arabia Saudita.

In tutti e tre questi paesi il dattero rappresenta la più importante coltura di sussistenza, basti pensare che in Egitto i datteri consumati raggiungono la cifra di 10 kg per persona all’anno.

 La palma da dattero: un’imponente  e longeva palma

La palma da dattero appartiene alla famiglia delle Arecacee e il suo nome scientifico è Phoenix dactylifera.

E’ una palma imponente che può raggiungere i 30 metri di altezza ma che in genere si attesta sui 15-20 metri.

Possiede un tronco slanciato dove si notano le cicatrici lasciate dalle foglie cadute.

Le foglie formano una rada corona sulla sommità di questa palma, sono in numero massimo di 20 o 30, lunghe sino a 6 metri, sono pennate e le basali si presentano ricurve mentre le superiori sono ascendenti.

I loro segmenti sono di colore verde-glauco, coriacei, rigidi,  con una spina in punta, sorretti da una nervatura centrale robusta e slanciata, attaccata al tronco da una guaina che si divide in una rete di fibre che rimangono alla attaccatura del tronco.

La palma da dattero è una pianta dioica quindi vi sono piante femminili e piante maschili.

Entrambe producono grandi infiorescenze ascellari che possono raggiungere la lunghezza di un metro e venti cm.

Sono composte da piccoli fiori profumati, biancastri nella femmina mentre nel maschio hanno un colore crema e sono di consistenza più cerosa.

Una grande infiorescenza può arrivare a contenere dai 6.000 ai 10.000 fiori.

Mano a mano che i frutti si sviluppano l’infiorescenza si piega sotto il loro peso.

I frutti vengono chiamati datteri e sono bacche oblunghe e traslucide, di colore marrone scuro, rossastro o bruno giallastro a maturazione, con la buccia più o meno sottile a seconda della cultivar.

La loro polpa è abbondante, fibrosa, soffice e turgida, dal sapore e profumo di miele.

Il dattero contiene un unico seme snello e cilindrico con la buccia molto dura.

Per quanto riguarda l’impollinazione, nelle coltivazioni non viene lasciata al vento o agli insetti perchè riuscirebbero a fecondare pochi fiori femminili con il polline maschile e quindi si otterrebbe una produzione scarsa.

Da tempo immemore è l’uomo che si occupa di impollinare con le infiorescenze maschili le infiorescenze delle palme femminili.

Alcuni uomini appollaiati su altissime scale spargono delicatamente il polline dei racemi maschili sul suo harem formato da una ventina di palme femminili.

E’ un momento importante e unico, rimasto immutato da migliaia di anni, che ci fa capire come sia stretto il legame fra la palma da dattero e le popolazioni che da lei traggono il loro sostentamento.

Dal momento dell’allegagione al momento della raccolta dei datteri  trascorrono circa 6 mesi e questi frutti hanno una maturazione scalare.

La millenaria coltivazione della palma da dattero

C’è un detto arabo che afferma: “la palma da dattero deve crescere con i piedi nell’acqua e la testa sotto il sole”.

Questa affermazione corrisponde a verità: infatti se questa pianta è una pianta robusta che  si sviluppa bene anche in situazioni non ottimali, per ottenere la fruttificazione abbisogna di precise e particolari condizioni.

In Italia, in Liguria e nelle regioni Meridionali, sono numerose le palme da dattero belle e ornamentali, però queste non donano frutti commestibili perché mancano i requisiti perché maturino.

Innanzitutto, per una abbondante e qualitativa produzione, alla palma da dattero  occorre abbondante acqua quindi anche se vive  nel deserto non deve mancarle l’acqua meglio se è sotterranea per evitare i ristagni idrici.

Il suo apparato radicale esteso e profondo sa raggiungere l’acqua anche se si trova in profondità.

Nelle oasi spesso per favorire la fruttificazione i palmeti vengono opportunamente irrigati.

Poi, per permettere ai datteri di raggiungere la piena maturazione e la loro dolcezza, occorre che per lunghi mesi si abbiano valori termici elevati e stabili, sui 30-40° C., con una bassa umidità dell’aria.

Questo clima è quello che si trova nelle zone desertiche del Sahara.

Per quanto riguarda il terreno la palma da dattero è specie adattabile ma preferisce terreno fertile e ben drenato.

La fecondazione delle palme femminili con il polline maschile  per opera dell’uomo è uno dei più antichi sistemi di coltivazione inventati dall’uomo, già attuato dagli antichi Babilonesi.

Nei palmeti da reddito ogni 50 piante femminili se ne pianta una maschile che serve per impollinarle.

Se poi si hanno poche palme da dattero è possibile acquistare i racemi con il polline maschile e procedere all’impollinazione.

E’ importante avere a disposizione polline maschile di alta qualità perché è da questo che deriva la pezzatura, la regolarità della forma e anche la quantità di frutti che giungono a perfetta maturazione.

Per attuare l’impollinazione manuale occorre arrampicarsi, con altissime scale, sino alla sommità delle palme femminili e spargere delicatamente il polline di un racemo maschile sui racemi femminili.

I racemi maschili riuniti in fasce vengono poi legati al di sopra di quelli femminili perché impollinino quanti più fiori possibile.

Il dattero ha una lunga maturazione, circa sei mesi dall’allegagione e passa attraverso  4 fasi di maturazione note in tutto il mondo con i loro nomi arabi: kimri (acerbo), khlal (croccante), rutab (maturo, morbido) e tamr (essiccato al sole).

La raccolta di questi frutti si protrae per alcuni mesi.

Si inizia dai primi di settembre o all’inizio di ottobre a seconda della varietà.

E’ importante, per stabilire l’inizio della raccolta,  l’alzarsi delle temperature a causa  di un vento caldo e asciutto che attraversa il Sahara e che i beduini chiamano “Ghibli ettamer” il vento dei datteri.

I datteri possono essere venduti freschi ma la maggior parte di loro viene fatta seccare al sole per conservarli meglio.

Il sole aumenta la concentrazione di zuccheri rendendo il frutto più dolce e facendo in modo che sia disponibile tutto l’anno.

Se i datteri freschi si presentano polposi e turgidi con una buccia liscia di colore marrone chiaro, quelli secchi invece sono di colore più scuro, meno polposi e raggrinziti, con una polpa leggermente fibrosa ma molto dolce e saporita.

Sono questi datteri che hanno permesso alle popolazioni del deserto di sopravvivere da millenni alle dure condizioni che un tale territorio possiede.

La palma da dattero inizia a produrre frutti dal terzo anno di età e continua a fornire i suoi preziosi datteri per oltre un secolo anche se è verso i 30 anni che raggiunge il picco di produzione.

Si propaga in due modi, tramite semina e piantando i polloni che nascono alla base delle piante adulte.

I semi dei datteri germogliano con facilità, se vengono tenuti costantemente umidi, tuttavia il metodo della semina presenta lo svantaggio di non poter sapere se la piantina è femmina o maschio, il 50% dei semi danno piante maschili, inoltre ritarda l’epoca di fruttificazione, sino a 6 anni e più dalla semina.

Si preferisce impiegare i polloni basali che tolti dalla pianta madre daranno piante identiche a lei.

Sia la semina che il trapianto dei polloni avvengono in primavera e se il terreno viene irrigato l’attecchimento dei polloni avviene in circa due mesi.

Le palme vengono potate  in autunno  eliminando le fronde secche per  permettere un’impollinazione più sicura e una raccolta più facile.

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La palma da dattero possiede circa 1500 varietà

La coltivazione della palma da dattero è millenaria e quindi sono tantissime le sue varietà che si sono differenziate nel tempo a seconda del luogo e delle popolazioni che le coltivano.

Alcune sono così pregiate che i loro frutti vengono pazientemente raccolti uno per uno dalla pianta, invece la raccolta dei datteri di altre, più rustiche, viene effettuata tagliando l’intero racemo che porta i frutti e calandolo con delicatezza sino a terra.

Non dimentichiamo che la raccolta avviene su scale alte anche decine di metri e i raccoglitori devono essere molto abili per raccogliere rapidamente un gran numero di frutti in una situazione così disagevole.

Ci sono circa 1500 varietà di questo antico frutto ma poche sono coltivate in modo intensivo.

Si distinguono in 3 tipi:

  • varietà a frutto morbido.

Queste sono le cultivar che producono frutti che vengono consumati freschi e hanno il costo più elevato.

Le piante hanno precise esigenze ambientali e sono piuttosto delicate.

  • Varietà a frutto semiduro

Sono le varietà che producono la maggior parte  dei frutti che vengono fatti essiccare e costituiscono la gran parte dei datteri  diffusi come frutti secchi.

  • Varietà a frutto duro

Producono frutti che di norma non vengono usati per l’alimentazione umana ma per produrre farine alimentari con le quali si fanno dolci o piatti tradizionali.

Servono anche per alimentare gli animali nei periodi di carestia.

Le piante di queste varietà sono le più resistenti agli ambienti ostili e hanno una buona produttività.

La varietà a frutto semiduro più coltivata a livello mondiale, considerata una delle migliori cultivar per la produzione di datteri di altissima qualità, è la “Deglet Nour”.

Originaria dell’Algeria viene ampiamente coltivata anche in Tunisia, Libia e negli Stati Uniti nelle zone più calde del paese, in California costituisce il 70% di tutte le palme da datteri coltivate.

La palma di questa varietà è molto produttiva ma vuole clima secco e caldo, teme l’umidità.

I suoi datteri si raccolgono tardivamente e per questo motivo le piogge possono rovinare il raccolto.

Questi datteri a motivo della loro delicatezza e della loro buccia sottile vengono raccolti ad uno ad uno dalla pianta.

Per la loro qualità e luminosità vengono soprannominati “Dita di Luce”, sono grandi, piuttosto morbidi, con un sapore complesso e non troppo dolce.

Si riconoscono per la buccia sottile, traslucida e di un bel colore ambrato.

I “Deglet Nour” sono  ottimi sia da mangiare freschi che usati in numerosi piatti tradizionali.

La varietà più coltivata in Oriente è la varietà “Sayer”  i cui frutti freschi vengono esportati  in maniera massiccia  in Europa.

Sono di colore marrone con sfumature arancio, di medie dimensioni, morbidi, con polpa molto dolce e zuccherina.

La palma che li produce è una pianta rustica che tollera terreni salmastri ed è poco attaccata dalle malattie delle palme.

La cultivar “Khadrawy” produce  datteri che vengono commercializzati freschi e che sono   particolarmente apprezzati dagli arabi.

Coltivata in Iraq e in Arabia Saudita produce frutti di altissima qualità ma di un colore scuro non troppo apprezzato dagli occidentali.

E’ una palma abbastanza tollerante alla pioggia e i suoi datteri maturano precocemente rispetto alle altre varietà.

La varietà più antica  conosciuta, i cui datteri sono consumati in grande quantità in Medio Oriente, è la varietà “Zahdi”.

Viene propagata attraverso i suoi polloni, per preservarne la purezza e la qualità, da diverse migliaia di anni e la sua origine si fa risalire all’antica Mesopotamia.

Produce frutti di media grandezza, di forma cilindrica e di un bel colore bruno dorato che vengono venduti semi-secchi.

Questa palma da dattero è robusta, resistente alla siccità e alle malattie che colpiscono le palme.

La sua bellezza ne fa anche una palma ornamentale, commercializzata per adornare viali o come esemplare unico da piantare nei luoghi dove è possibile coltivare le palme in piena terra.

Una varietà che produce datteri dolci e così qualitativi che un tempo erano riservati solo alla famiglia reale del Sultano del Marocco è la varietà “Medjoul”.

Per molti intenditori questo dattero è considerato “il re dei datteri” per la sua bontà.

Eppure questa prelibatezza rischiò di scomparire agli inizi del ‘900 quando una terribile malattia attaccò le coltivazioni di questa varietà di palma che si trovavano in Marocco.

Quando la situazione appariva ormai disperata 11 propaggini di palma “Medjool” vennero nel 1927 importate negli Stati Uniti dove attecchirono in California senza che fossero infettate dalla malattia.

Questa varietà, per la sua produzione qualitativa e la sua bellezza, divenne con il tempo una delle cultivar più diffuse negli Stati Uniti.

Tutte le palme “Medjool” coltivate oggi negli U.S.A. sono originarie di quegli 11 polloni che hanno contribuito a salvare  questa varietà così speciale.

Diffusa in tutte le zone dove la temperatura d’inverno è mite questa varietà di palma non viene coltivata solo per i suoi qualitativi datteri che sono polposi, di grandi dimensioni, dal sapore delizioso e vengono mangiati freschi.

Sono indicati per la produzione commerciale in quanto sono più resistenti ai viaggi e alle manipolazioni delle altre varietà di datteri che vengono venduti freschi.

Tuttavia la varietà “Medjool” è molto apprezzata anche per la sua imponenza e bellezza, per il suo folto pennacchio di foglie e per la sua longevità, può infatti raggiungere i 200 anni di età.

In America si possono acquistare esemplari singoli, che spiccano per la loro personalità, e anche piante per le alberature stradali, comuni in quelle zone dove è possibile coltivare le palme in piena terra.

Se non si vuole coltivare la palma per la produzione di frutta si preferisce piantare esemplari maschili che non hanno l’inconveniente dei frutti che se non vengono raccolti  marciscono sulla pianta o cadono a terra sporcando.

Il dattero: un energetico frutto dalle grandi proprietà

Pochi in Italia conoscono le grandi proprietà del dattero questo frutto indispensabile per la vita di tante popolazioni arabe soprattutto di quelle che abitano le regioni più povere e aride del deserto.

Il dattero secco che facilmente possiamo acquistare qui da noi, è composto da acqua per il 20%, , ha   un’elevata concentrazione di zuccheri, il 63%, l’8% di fibre alimentari, parecchie proteine, il 2,5%, e lo 0,4 di grassi.

I datteri posseggono numerosi minerali, quello che è presente in maggiore quantità è il potassio, contengono anche il magnesio, lo zinco e  il ferro.

Sono ricchi di vitamina A, di vitamina C, di vitamine del gruppo B e di vitamina E.

Racchiudono numerosi aminoacidi e  antiossidanti così importanti per la salute del nostro corpo.

Dei frutti così ricchi di sostanze utili apportano numerosi benefici che qui sotto voglio sintetizzare.

  • Fortemente energetici

I datteri  per l’elevato apporto di zuccheri, di minerali e di vitamine sono un alimento fortemente energetico, utile agli sportivi, agli adolescenti e chi fa una vita molto attiva.

Donano energia anche ai convalescenti e alle persone sottopeso.

I datteri  essendo ricchi di carboidrati sono un’ottima fonte per ottenere rapidamente energia.

  • Potenti antiinfiammatori

I datteri contengono i flavonoidi sostanze antiossidanti note per le loro proprietà antiinfiammatorie e antiinfettive che aiutano le difese immunitarie in caso di infiammazioni e di raffreddamenti.

Consumare qualche dattero al giorno quando si ha il raffreddore aiuta a potenziare le difese immunitarie e a contrastare il raffreddamento.

  • Benefici per il sistema nervoso

Questi frutti sono ricchi di potassio, 100 g della loro polpa  ne contengono più che 100 g di polpa di banana, ed è per questo che sono molto utili per il sistema nervoso.

Lo rafforzano e donano grandi benefici, le persone anziane dovrebbero non farsi mancare i datteri nella loro dieta perché il sistema nervoso tende ad indebolirsi con l’avanzare dell’età.

  • Proteggono il sistema cardiovascolare

I datteri, per l’alto contenuto di potassio e per le  sostanze antiossidanti che contengono, sono utili per prevenire le malattie cardiovascolari riducendo il rischio di ictus e di infarto.

Tengono sotto controllo il livello del colesterolo e il magnesio che posseggono aiuta a regolarizzare la pressione alta.

  • Utilissimi per tutto il sistema gastrointestinale

Questi frutti contengono fibre solubili, aminoacidi e altre sostanze che sono in grado di disinfettare l’intero sistema gastrointestinale permettendone una migliore funzionalità.

Per questo motivo hanno la capacità di ridurre il rischio di emorroidi e coliti.

  • Regolatori del tratto intestinale

Le fibre e altre sostanze che contengono sono utili per assicurare un buon funzionamento dell’intestino.

Il potassio che possiedono insieme alle fibre aiuta nei casi di diarrea.

  • Ottima fonte di ferro

I datteri ricchi di ferro sono un frutto che  consumato con regolarità contrasta l’anemia e aumenta la forza riducendo la sgradevole sensazione di torpore e di stanchezza.

  • Amici delle ossa

I numerosi minerali che contengono fra i quali il selenio, il rame e il manganese, aiutano a conservare la robustezza delle ossa e prevengono l’osteoporosi.

Importanti anche per la salute dei denti e per la corretta crescita ossea.

  • Benefici per il cervello

Le vitamine del gruppo B che i datteri  contengono sono benefiche per il cervello.

Alcuni studi hanno messo in luce come i datteri posseggano la proprietà di aumentare le capacità celebrali.

  • Contrastano l’invecchiamento cellulare

I datteri sono ricchi di vitamina A e C, di beta-carotene e di luteina, preziosi antiossidanti che contrastano l’azione dei radicali liberi contro le cellule e attenuano l’invecchiamento cellulare.

La vitamina A in particolar modo è preziosa per la pelle.

Pochi conoscono tutte queste qualità che il dattero possiede.

Ora che ne sei a conoscenza non dimenticarti di consumarli non solo nel breve periodo delle festività natalizie, come in genere si è soliti fare, ma anche durante il resto dell’anno.

Voglio aggiungere che sono soprattutto i datteri freschi non trattati che possiedono intatte tutte le loro virtù quindi anche se sono più cari non mancare di ricercarli e di acquistarli.

Controindicazioni

Se hai una forma di diabete o se sei sovrappeso prima di consumare i datteri chiedi il parere del medico a motivo dell’elevato quantitativo di zuccheri che contengono.

Nella palma da dattero nulla va sprecato

I datteri sono davvero un frutto che ha contribuito al sostentamento di moltissime popolazioni che non avrebbero potuto vivere senza il suo aiuto.

Non per nulla la palma da dattero è un’emblema del mondo arabo e il suo frutto viene chiamato “nettare del deserto”.

Non avere datteri, afferma il Profeta, significa soffrire la fame ed è con i datteri che gli osservanti musulmani rompono al tramonto il digiuno del Ramadam.

Dico questo per sottolineare l’importanza di questo frutto ma non è solo il frutto che viene utilizzato perché nella palma da dattero come succede per un’altra palma, quella da cocco, nulla va sprecato.

Ed è curioso che fra le piante da frutto più importanti per il sostentamento di intere popolazioni vi siano le piante più antiche, le palme presenti sulla Terra ben prima della comparsa dell’uomo.

Sotto le fronde delle palme da dattero, protette dalla loro ombra, possono crescere e prosperare altre piante e ortaggi più delicati che non resisterebbero al cocente sole del deserto.

Così le coltivazioni di palme da dattero divengono veri e propri orti, indispensabili e produttivi, curati, insieme con le preziose palme, con il  lavoro dell’intera famiglia.

In tutto il Nord Africa le grandi foglie delle palme sono usate per fare il tetto e le pareti di capanne, intrecciate servono per fare stuoie, cesti e gabbie.

Le foglie delle palme vengono raccolte in Europa per essere usate come un simbolo religioso durante la Pasqua nella Benedizione della Domenica delle Palme.

Si ritiene che le prime palme piantate in America dai religiosi cristiani nel 1500 servissero a questo scopo.

Il germoglio e le foglie più tenere, ricche di fosforo, potassio e azoto, possono essere mangiate crude in insalata oppure cucinate come un piatto di verdure rinfrescanti e benefiche.

I grandi piccioli fogliari essiccati sembrano sottili ma in realtà sono elastici e forti.

Servono come bastoni, per canne da pesca e per pavimentare piccole capanne mentre la fibra delle guaine fogliari è utilizzata come corda e per creare grandi e insoliti cappelli.

Questa fibra intrecciata viene usata anche per creare sacchi, cesti robusti, contenitori e vassoi.

I grappoli di frutta vuoti sono essiccati e utilizzati come scope.

Il legno di palma viene usato per la travatura delle capanne e per pali anche se è un legno leggero e non molto resistente.

I resti delle foglie e del legno sono impiegati come combustibile quindi nulla va sprecato.

Dalla palma da dattero, con la linfa fermentata, è possibile ottenere il “vino di palma” e dalla sua distillazione si ottiene una bevanda alcolica, nota in tutto il mondo arabo, chiamata arrak, detta anche rum asiatico.

Con i datteri a pasta dura macinati si ottiene la farina di datteri che viene usata per preparare ricette tipiche arabe e il pane di datteri una specialità dei paesi arabi.

Anche i noccioli dei datteri non vanno buttati ma macinati finemente vengono aggiunti alla farina in periodi di scarsità,  macinati  sono mescolati al mangime del bestiame oppure vengono usati come combustibile.

Gli usi dei datteri in cucina sono davvero tanti.

Mangiati freschi costituiscono un energetico spuntino e uno spezzafame naturale e salutare, oppure possono essere farciti in tanti modi.

Uno dei più semplici e “golosi” consiste nel levare il nocciolo del dattero e farcirlo con una nocciola abbrustolita o una mandorla.

Nelle ricette di origine africana e mediorientale i datteri sono frequentemente usati per la loro versatilità e la loro dolcezza in torte, dolci di vario tipo, marmellate, gelatine e sciroppi.

Una preparazione particolare è il miele di datteri chiamato “silan” che è uno strepitoso dolcificante naturale dal leggero sapore di caramello.

La ricetta prevede la bollitura di datteri in acqua che poi vengono passati con un colino prima e in una garza poi.

Da questo procedimento deriva un liquido scuro molto zuccherino che si usa come dolcificante naturale.

Spero con questo post di averti mostrato l’importanza della palma da dattero,  la versatilità e l’utilità del suo frutto, il dattero che meriterebbe di essere più considerato qui da noi.

A me piacciono molto specie quelli freschi, anche se sono più cari, perchè li trovo più morbidi e con un gusto migliore.

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