Albero di cachi : in autunno i frutti si spiccano da lontano

albero di cachi in autunno fra le altre specie diviene così appariscente che è impossibile non notarlo.

I frutti globosi e grandi dell’albero di cachi di un bel colore arancio acceso a piena maturazione rendono questa pianta non solo un bell’albero da frutto ma anche una pianta molto ornamentale.

L’albero di cachi è una pianta che può superare i 15 metri di altezza con una produzione davvero imponente di frutta che dolce e morbida a maturazione è appetita sia dagli uccelli che dall’uomo.

Questa pianta è così bella che può benissimo essere inserita nel giardino come pianta ornamentale e non sono pochi i monumentali alberi di cachi che ancora oggi fanno bella mostra di sé nei vecchi giardini di un tempo.

Se hai spazio e vuoi un albero imponente che attiri subito lo sguardo pianta un albero di cachi.

Accertati però che lo spazio che puoi dedicargli sia sufficientemente vasto perché l’albero di cachi è una pianta che non solo può superare i 15 metri di altezza ma ha una chioma ampia che a piena maturità può raggiungere i 10 metri di diametro.

Le millenarie origini dell’albero  di cachi

Le origini dell’albero di cachi sono cinesi e precisamente delle regioni calde della Cina settentrionale dove era già coltivato più di 2000 anni fa.

E’ stata una delle prime piante da frutto coltivata dall’uomo e quindi vanta una tradizione più che millenaria.

La sua coltivazione si è rapidamente diffusa nel vicino Giappone dove troviamo il più antico documento che parla dell’albero di cachi datato attorno all’anno 1000.

Ancora oggi in Giappone l’albero  di cachi è largamente coltivato,  i suoi frutti sono molto popolari e non solo vengono mangiati freschi  ma vengono fatti anche seccare.

Inoltre  se ne ricava un vino di frutta a bassa gradazione alcolica.

Questa pianta viene anche chiamata “loto del Giappone” e “Mela d’oriente” per ricordare le sue origini orientali e perché la forma tondeggiante del suo frutto ricorda una mela.

Ma anche viene detta “pianta degli Dei” per la bontà della sua frutta morbida e zuccherina.

In Giappone l’albero di cachi è considerato l’albero dalle 7 virtù perchè:

  1. ha lunga vita perché è un  albero longevo
  2. fa con la sua ampia chioma una grande ombra d’estate riparandoci dai caldi raggi solari
  3. i tarli non lo assaltano
  4. gli uccelli possono nidificare fra i suoi fitti rami
  5. le sue foglie rosse sono molto decorative in autunno
  6. con le sue foglie si ricava un bel fuoco in inverno
  7. le sue foglie numerose  cadendo in autunno concimano il terreno

L’albero di cachi appartiene alla famiglia delle Ebanacee.

Il suo nome scientifico è Diospyros kaki da dios (riferito a Giove) e piros che in greco significa frumento ovvero il frumento di Giove cioè cibo degno di un Dio con riferimento alla dolcezza del frutto ben maturo.

Molti studiosi  ritengono che l’albero  di cachi fosse conosciuto già dai Greci e dagli antichi Romani mentre altri pensano che l’albero di cachi fu introdotto in Europa  alla fine del 1700.

Sarà però  solo nel 1796 che il direttore inglese del Giardino Botanico di Calcutta ne porterà alcuni esemplari in Inghilterra.

Da qui si diffuse in maniera lenta nel resto d’Europa a partire dalla seconda metà dell’ 800.

Non venne considerato subito un albero da frutto ma una pianta ornamentale.

In Italia il primo albero di cachi   fu piantato  nel giardino di Boboli a Firenze nell’anno 1871.

E a poco a poco questa pianta si diffuse nei giardini e nei parchi di tutta Europa e anche in Italia dove si acclimatò bene.

Attorno ai primi anni del 1900 si iniziarono ad importare dal Giappone varietà che donavano ottimi frutti e quindi l’albero di cachi non fu più considerato una pianta solo ornamentale ma anche da frutto.

Nel 1940 la coltura dell’albero di cachi era diventata una coltivazione specializzata.

In Italia i primi impianti sorsero nel Salernitano per estendersi in particolare in Emilia.

Si raggiunse una produzione notevolissima sino a quando un insetto parassita ne abbattè la produzione.

Oggi le regioni italiane dove si coltiva maggiormente l’albero di  cachi sono la Campania, l’Emilia Romagna e in misura minore La Sicilia e le Marche.

Un’altra pianta un tempo comune e oggi dimenticata è il nespolo comune che dona una bella fioritura in tarda primavera e dolci nespole durante l’inverno.

E’ un vero peccato che questo alberello contenuto che sta bene anche in uno spazio piccolo sia così poco considerato.

Per farlo maggiormente conoscere ho creato un’opera su di lui che potrai scoprire cliccando qui sotto questo banner

 Una storia commovente contro l’orrore della guerra

pianta di cachi

In Giappone a Nagasaki esiste ancora oggi un albero di cachi che è miracolosamente sopravvissuto al bombardamento nucleare che nell’agosto del 1945 distrusse quella città giapponese.

Sembrava che sotto l’influsso delle letali radiazioni niente potesse sopravvivere.

Tuttavia un albero di cachi, benchè molto danneggiato, riuscì a scampare al terribile bombardamento atomico.

Divenne il simbolo della forza della natura vegetale che riesce a resistere anche alle più estreme difficoltà.

Curato amorosamente dal botanico giapponese Masayuki Ebinuma si riprese bene,  fiorì e fruttificò nuovamente.

Questo botanico pensò di evidenziare la forza e la tenacia di questa pianta facendola diventare un potente messaggio di pace da divulgare nel mondo intero per ricordare a tutti l’inutilità e l’orrore di ogni guerra.

Così piantò i semi dell’albero di cachi scampato miracolosamente e ne fece piantine che donava   ai bimbi che visitavano il museo dove veniva ricordato il terribile bombardamento atomico perché le allevassero come simboli di pace contro tutte le guerre.

Questo progetto si è poi sviluppato in tutto il mondo iniziando da Nagasaki e diffondendosi in numerose scuole giapponesi.

Infine giunse  in tanti altri posti della Terra dove bambini di differenti località ricevettero in dono le pianticelle generate del famoso albero di cachi scampato al terribile bombardamento atomico.

Così i semi dell’albero superstite si sparsero in tutto il mondo unendo nel simbolo della pace molte persone differenti come lingua, località e razza.

Anche in Italia numerose scuole hanno ricevuto le preziose piantine che sono state piantate diventando delle messaggere di pace anche per le nuove generazioni.

Conclusioni

L’albero di cachi, pianta millenaria coltivata da più di 2000 anni, ha dimostrato con la sua resistenza e tenacia la forza del mondo verde diventando un simbolo di pace.

Ricorda che orrori simili a quelli che vi sono stati nel bombardamento atomico delle due città giapponesi non devono mai più ripetersi.

Questo albero da frutto è una pianta che davvero può dare tanto ed è bella  tutto l’anno.

In estate fa ombra con la sua grande chioma e le sue numerose foglie, in autunno si ammanta di un fogliame rosso davvero appariscente per poi dare il meglio di sé con un’abbondante fruttificazione che permane a lungo sui rami nudi.

Una vera risorsa non solo per le persone ma anche e soprattutto per i numerosi animali selvatici che si nutrono di questi energetici e zuccherini frutti in un periodo freddo dove il cibo scarseggia.

Così  si rinnova il legame fra il mondo vegetale e quello animale.

L’albero di cachi non potrebbe fruttificare senza gli insetti pronubi che  impollinano i suoi fiori.

Ricambia questo piacere in autunno quando con i suoi dolci frutti sfama gli animali e anche  gli umani.

Pianta un albero di cachi nel tuo frutteto o nel tuo giardino ma solo se hai lo spazio perché si possa sviluppare al meglio infatti questa pianta fra le altre specie di piante da frutta è una delle più imponenti.

Questo albero  imponente dà il meglio di sé se può espandere liberamente la sua larga chioma che porterà in autunno i suoi globosi frutti di un bel colore arancio vivo.

Rimarrà per moltissimi anni un punto di riferimento non solo per quelli che vorranno raccogliere la sua frutta ma soprattutto per gli animali

selvatici della zona.

Pensare alle più minute creature e preoccuparsi di alleviare la loro dura vita presuppone un animo sensibile che è la vera caratteristica di un autentico giardiniere.

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